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Giovanni e Stefano Scali: 124 panchine non passano inosservate

124 panchine di campionato (36 in seconda lega, 88 in prima lega) non passano inosservate, siete sicuramente uno dei tandem di allenatori più longevi del Balerna. Come sei arrivato a questa panchina?

Stefano: grazie a mio fratello Giovanni che aveva ricevuto l’offerta per allenare le ragazze da una vecchia conoscenza. In realtà lui come vice scelse un’altra persona che poi per mia fortuna (e anche sua) ha declinato.

Giovanni: Un sabato di tanti anni fa mi trovavo su un campo da calcio e l’allenatore avversario (allenava il femminile) mi propose di farmi avanti in questo mondo che fino ad allora mi era sconosciuto. Intrigato dalla proposta l’anno seguente con Don Elvezio ci siamo accordati per cominciare quest’avventura, ahimè prendendomi mio fratello come vice (che poi mi ha fatto le scarpe).

Quali sentimenti all’alba dell’ultima partita sulla panchina del Balerna femminile?

S: Sicuramente soddisfazione per tutto quello che è stato fatto e per quello che tutte le giocatrici allenate in questi anni mi hanno trasmesso, sia in positivo sia in negativo. Ma soprattutto un po’ di tristezza perché non è facile sapere che tra un mese, dopo 6 anni consecutivi, non avrò più a che fare con le “mie” giocatrici per almeno 3 volte a settimana come consuetudine. Però è una tristezza “buona”.

G: Soddisfazione, orgoglio (e pregiudizio) e molta tristezza.

Quale la partita che ricordi maggiormente?

S: ne ricordo quattro in particolare (che mi hanno segnato maggiormente) anche se ne potrei raccontare almeno una decina. Il primo anno l’ultima di campionato contro il Kussnacht che mi ha regalato la prima grande delusione (mancata vittoria del campionato ndr). La seconda sempre contro il Kussnacht che mi ha regalato la prima promozione della mia vita. In seguito direi la partita di Malters al primo anno di prima lega dove ho provato delle emozioni indescrivibili avendo vinto 6-5 ed infine quella che ci ha regalato, all’ultimo respiro, la prima salvezza ad Altstetten. Ho timore che dovrò aggiungere anche l’ultima della prossima domenica. Però di tutte le 124 partite di campionato ho dei ricordi e delle emozioni che mi porto e porterò dentro per sempre. Dimenticavo di citare le partite ad Adligenswil ed Eschenbach dove facevano un bratwurst spettacolare e tutto a prezzo ticinesi…

G: la partita che tra tutte mi ha dato le maggiori emozioni lasciandomi un segno indelebile sarà sempre quella della salvezza di Altstetten dove temevo di prendere qualche infarto in più del consueto. Ma che gioia alla fine… Poi concordo con Stefano che la partita di domenica sarà molto emozionante e indimenticabile.

Sei soddisfatto di questi 6 anni?

S: sicuramente e senza nessun dubbio sono soddisfatto. Avrei sicuramente potuto provare a fare ancora meglio ma ho dato tutto per questa avventura che mi ha insegnato tantissime cose. Infatti ho capito che il calcio femminile è una realtà vera sulla quale bisogna investire sempre di più: non solo a partire da noi allenatori ma soprattutto da chi si trova nei piani alti della Federazione, da dove ho notato in questi anni la tendenza a sminuire il lavoro di queste magnifiche ragazze che meritano, a parere mio, più considerazione.

G: molto soddisfatto perché ho potuto conoscere e far parte di una realtà che comincia ad attestarsi come uno sport molto importante in Svizzera (il secondo più praticato nella nostra nazione). Averne fatto parte e contribuito in piccola parte alla sua crescita è stato per me un onore.

È passato tanto tempo da quella domenica 26 agosto 2012 data del vostro esordio che segnò l’inizio della vostra era. C’è un gol più bello o particolare che ricordi maggiormente?

S: caspita di goal me ne ricordo tanti sia in seconda che in prima ma credo che i tre più belli siano stati fatti a Malters, Oerlikon e a Lugano. Il primo di Lurati in seconda lega con un sinistro fantastico quasi da metà campo all’incrocio dei pali. Il secondo da Tosi con un destro lascia partire una palla che dritta per dritta è entrata al sette lasciando il portiere immobile, l’ho ancora davanti agli occhi. L’ultimo a Lugano, quest’anno con Boffi che da fuori area spinta ed intralciata, lascia sul posto l’avversario e toglie le ragnatele di quella porta (e poi l’esultanza per il pareggio, mamma mia). Non posso dimenticare neanche il goal (ancora a quei tempi) di Canetta (ora Boffi) a Neckertal che su mio consiglio ha segnato da metà campo dopo circa 12 secondi. Uno schema improvvisato al momento reso fattibile dalle doti di questa splendida atleta.

G: di sicuro il primo goal della nostra era, segnato da Amato che ci ha regalato i primi 3 punti contro lo Svitto. Il goal di Tosi che ci ha regalato la salvezza e quello di Di Prenda a Bühler perché non è sua consuetudine (poi il goal era davvero bello). Ricordo i goal per la loro importanza ma probabilmente meno per il gesto tecnico ma sono stati nei miei ricordi i più significativi.

Quale il momento più bello di questo periodo?

S: tanti i momenti belli. Calcisticamente promozione e salvezza (la prima). Umanamente quei momenti passati tutti assieme a discutere e ridere durante le cene e gli aperitivi, dando uno spazio particolare alla nostra centesima partita dove mi sono commosso per il regalo che ci è stato fatto dalla squadra.

G: sicuramente a livello calcistico gli stessi detti da Stefano. A livello personale il condividere emozioni e parole durante le trasferte: mi hanno arricchito rendendomi sempre più consapevole di quante brave calciatrici sono passate in questi anni, non solo a livello sportivo.

Un aneddoto divertente sul fratello

S: che dire, potrei risponderti almeno duecento aneddoti su mio fratello che fanno ridere e tu lo sai bene. Tuttavia credo che i nomi a caso detti durante le partite per richiamare o incoraggiare le ragazze battono tutto! Volete mettere l’essere concentrato in panchina e sentire l’altro allenatore che dice un nome per un altro…. A sua discolpa il fatto che è difficile restare lucidi in panchina, perché le nostre ragazze ti regalano almeno sette o otto infarti a partita. E poi vogliamo parlare dei balli sul bus al ritorno dalle trasferte???!!!

G: mio fratello è uomo “tutto di un pezzo” e a volte manca di simpatia, perciò non ho molti aneddoti, forse potrei citare quando in allenamento era concentratissimo e ha calciato un cinesino bianco credendo che fosse il pallone nell’incredulità generale e facendo partire tante grosse risate.

Un aneddoto divertente dei vostri 6 anni

S: ultima partita di campionato di Prima lega, Altstetten, se vincono loro siamo retrocesse, se pareggiamo o vinciamo noi retrocedono loro. Prima del match Giovanni chiede in maniera educata di evitare (nel caso di nostra salvezza) di esagerare nei festeggiamenti finali. Pareggiamo al minuto 88, a fine partita siamo salvi e parte un delirio di festeggiamenti incredibili con tanto di Giovanni che lascia una cicatrice, ancora visibile, sulla faccia di Giorgio, un abbraccio, tra di noi ed i fratelli Donini, diciamo scomposto ma che non dimenticherò mai.

G: Condivido quello detto da Stefano penso che sia stato il più divertente, intenso ed indimenticabile (Giorgione avrà evitato di piangere dal dolore per pura educazione).

Hai già trovato qualcosa per sostituire l’impegno che verrà a mancare?

S: non riesco a stare fermo e perciò ho accettato di essere il responsabile del femminile a Balerna per la prossima stagione. Diciamo che mi fa piacere restare ancora in questo mondo e in questa bella società. Sono in tutti i casi uomo da campo perciò se si dovesse presentare una bella proposta per una panchina continuerò ad allenare non venendo meno al mio impegno di responsabile.

G: la mia famiglia e le partite in casa del Balerna femminile (così mi ha detto di rispondere mia moglie).

Un augurio ai vostri successori

S: auguro al duo Andrea & Andrea di riuscire a togliersi le soddisfazioni che mi sono tolto io, perché lascio a loro un gruppo di ragazze di grandi qualità calcistiche ma soprattutto di grandi qualità umane, che poi sono quelle che fanno la differenza. Nelle mani di questi due bravi allenatori e ragazzi potranno fare ancora meglio. Faccio un augurio anche a Giorgio che resta come collante in questo passaggio di consegne augurandogli di continuare nel suo ottimo lavoro cominciato prima con Zanzi (in forza al Brescia in Serie A femminile Italiana) e continuato ora con Rebecca, portiere dalle qualità e potenzialità enormi che Giorgione sta facendo migliorare giorno dopo giorno.

G: gli auguro di poter trasmettere ma soprattutto ricevere quello che ho trasmesso e ricevuto io, con la viva speranza che possano fare ancora meglio di quello che abbiamo fatto noi fratelli Scali.

Un ringraziamento particolare:

G+S: il primo ringraziamento va sicuramente alla società che ci ha permesso di lavorare bene e ci ha sostenuto durante tutta quest’avventura. Uno speciale a Giorgio per aver fatto bene con i portieri e per tutta la parte di contorno ma fondamentale che riguarda la ricerca ed acquisizione di giocatrici e la gestione “occulta” dei media e l’allestimento delle sue amate statistiche. Al prossimo allenatore Andrea che per sei anni ha fatto da parafulmine e ci ha permesso di lavorare in completa autonomia ed infine a Betty e Umbe, parte sì del comitato ma che si sono dedicati sempre a noi facendoci fare la differenza.

L’ultimo e più importante lo facciamo a tutte ma proprio tutte le ragazze che abbiamo avuto il piacere di allenare in questa nostra avventura con un accento particolare a coloro che ci hanno supportato e che hanno sopportato Stefano, per tutti questi sei anni e che continueranno ancora a farlo (spero). GRAZIE

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